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Attraverso 3 sezioni, 6 piani e oltre 70 automobili, il Museo Alfa Romeo di Arese/Milano racconta le grandi storie del marchio: la storia dell’azienda, la bellezza delle sue carrozzerie, le corse, la velocità, il piacere di guida e le tantissime vittorie ottenute in oltre un secolo di storia.
Ma oltre alle “top 70”, alle vetture selezionate per rappresentare al meglio i valori del marchio, c’è molto altro.
Dietro le quinte del Museo, infatti, c’è il resto della Collezione storica, fatta di centinaia di auto, motori, oggetti, parti meccaniche, trofei, modellini. Un patrimonio straordinario conservato nei depositi di Arese, in uno spazio separato dal Museo e organizzato su due piani come un vero e proprio garage. La Collezione, infatti, è a tutti gli effetti uno spazio operativo, la riserva speciale cui attingere in occasione di mostre, manifestazioni ed eventi.
Nell’anno del 110° anniversario, Alfa Romeo apre le porte di questo spazio straordinario – finora chiuso al pubblico - svelando agli amanti del Marchio capitoli inediti della propria storia.
Un viaggio – dal titolo Open Backstage - che per il momento è virtuale, e sarà ospitato dai canali Facebook e Instagram @museoalfaromeo: attraverso una serie di video e post, supportati dagli shooting di fotografi che in questi anni hanno avuto eccezionalmente accesso ad alcuni di questi pezzi “nascosti”, vi guideremo alla scoperta di alcuni esemplari speciali: dalle Alfetta Spider e Eagle, disegnate entrambe da Pininfarina negli anni Settanta, al prototipo Alfa Centauri, dalla 177 che ha segnato il ritorno dell’Alfa Romeo in Formula 1 nel 1979 alla trattrice Romeo, dall’avveniristica Scarabeo all’incredibile 164 Pro Car che, sotto la carrozzeria da berlina di famiglia, nasconde una meccanica derivata dalla Formula 1.
Quando sarà consentito riaprire al pubblico il Museo di Arese, l’area della Collezione sarà visitabile anche dal vivo, per piccoli gruppi, con visite guidate su prenotazione: una sorpresa che Alfa Romeo dedica agli amanti del Biscione in questo anno speciale (per informazioni:
collezione@museoalfaromeo.com).
Alcuni di questi oggetti – complessivamente oltre 150 auto, 100 motori, componenti prototipali e strumentazioni, oltre a decine di trofei, modellini, oggetti d’arte e molto altro – sono stati esposti al Museo per un giorno, eccezionalmente, in occasione degli eventi Backstage, una rassegna mensile di incontri dedicati all’approfondimento di capitoli meno noti della storia del marchio. Nel 2019 e nei primi mesi del 2020 sono stati così “svelati” – e, laddove possibile, rimessi in moto – alcuni esemplari poco conosciuti come il prototipo “Yugoslavia”, antenato della Giulia datato 1959, la Tipo 103, il prototipo del New York Taxi disegnato da Giorgetto Giugiaro per il M.O.M.A. di New York. Oppure, uscendo dal campo automobilistico a testimoniare l’ecletticità di Alfa Romeo nel corso della sua lunga storia, il motoscafo da corsa Popoli, l’avveniristica cucina produzione “alternativa” del periodo bellico, oppure le sculture d’autore commissionate da Alfa Romeo ad artisti come Arnaldo e Giò Pomodoro, Bruno Munari o Luigi Fontana. La rassegna di incontri Backstage 2020 riprenderà con la riapertura del Museo.
Qui il programma.
Nel frattempo, attraverso questo tour virtuale nei depositi di Arese, andiamo alla scoperta degli altri pezzi inediti, molti dei quali – come ad esempio il C.E.M., innovativo sistema di controllo elettronico del motore degli anni Settanta - raccontano della intensa e innovativa attività di ricerca portata avanti da Alfa Romeo nel corso della sua storia. Ma anche auto e progetti che un tempo hanno fatto sognare o forse avrebbero potuto, ma essendo prototipi non hanno mai avuto la possibilità di dimostrare al mondo il loro valore.
Buon viaggio!
Si ringraziano i seguenti fotografi per aver messo a disposizione i loro scatti, rendendo possibile questo viaggio “dietro le quinte” del museo durante il periodo di chiusura al pubblico per l’emergenza Covid-19:
Rémi Dargegen
Dennis Noten
Kevin van Campenhout
PlanImage
2020 Archivio Zagato – Zed Milano srl
Bernd Schweickard
Degler_Studio.
Info: museoalfaromeo.com